Alimentare le koi
Per chi ha un laghetto con pesci rossi e carpe europee, quello dell'alimentazione può spesso non rappresentare un problema ed esistono cibi, neanche troppo costosi, che possono benissimo soddisfare ogni esigenza.
Viceversa, quando si ha la possibilità di poter assistere alla crescita ed allo sviluppo di veri esemplari di koi, allora la dieta diviene uno degli aspetti di maggiore importanza per lo sviluppo scheletrico e muscolare, per il body-line, per l'intensità dei colori e la loro definizione.
Per quanto il mangime utilizzato sia ottimo, dobbiamo sempre tenere a mente che questo rappresenta circa l'80% della dieta delle koi (il restante 20% è costituito da alghe, chiocciole, larve e quanto di commestibile si sviluppa nel pond). Utilizzando sempre lo stesso cibo rischiamo di privare le nostre koi di preziosi nutrienti necessari ed indispensabili per la crescita, il body-line, la pigmentazione e la salute.
Due soli argomenti sembrano sufficienti a supportare quanto sopra:
- Per quanto gustosa, nutriente e ricca di proteine possa essere una bella bistecca alla fiorentina, cosa accadrebbe se la nostra dieta ne fosse costituita all'80%? Di sicuro priveremmo il nostro organismo di n elementi essenziali e fondamentali. Inoltre il nostro organismo si "specializzarebbe" nella elaborazione di quei nutrienti, con effetti spiacevoli qualora la "dose" di bistecca venisse sostituita da un qualunque altro alimento.
- Le carpe, in natura, si nutrono di tutto ciò che riescono a trovare grufolando sul fondo. Nella loro spasmodica ricerca di cibo raramente ci sarà un alimento che costituisce lo stesso 80% del mangime che somministriamo alle nostre koi.
Non si deve poi mai dimeticare che per quanto il nostro impianto sia efficiente, si tratterà sempre di un invaso artificiale, e come tale non sarà mai in grado di ricreare le stesse condizioni riscontrabili in natura. Aeromonas, colonnaria e parassiti di vario genere si trovano in grandissime quantità anche in laghi e fiumi, ma qui le condizioni sono tali, per cui i pesci che vi vivono hanno un sistema immunitario così forte da contrastarli agevolmente. Se a questo si aggiunge che le koi sono il prodotto della selezione dell'uomo in base a fattori meramente estetici, e non un prodotto della selezione naturale in base a forza e resistenza, si capisce perchè sia così importante permettere all'impianto di filtraggio di operare sempre in condizioni ottimali.
Detto questo, la domanda a cui rispondere non è più "quale tipo" di mangime somministrare, bensì "quali tipi" di mangimi soministrare.
Attenzione, questo non vuol dire acquistare più mangime o spendere più di quanto già state spendendo per alimentare le vostre koi. La dose di cibo da somministrare non cambia, ciò che cambia è la varietà di alimenti introdotti nel pond: non più una sola miscela di ingredienti, ma 3/4diverse miscele di diversi ingredienti, meglio ancora se di diversi produttori.
Nel periodo più attivo per le koi, che in Italia va da aprile a settembre, potrete così somministrare uno steaple (alimento di base, spesso anche economico), un cibo con immunostimolatori (per stimolare il sistema immunitario e prevenire malattie di vario tipo), un cibo con spirulina o altri stimolatori del colore (da somministrare a periodi alterni), ed un cibo con un buon apporto proteico (per fornire gli elementi necessari alla crescita). Quest'ultimo in particolare dovrebbe essere di buona qualità, sia per il ruolo che gioca nello sviluppo della koi, sia per gli effetti che potrebbe avere sul filtro.
Entrano in gioco, a questo punto, diverse regole che un koi-keeper dovrebbe sempre tenere a mente:
1. La qualità di un cibo è data in primo luogo dagli ingredienti e dalla lavorazione. Un buon cibo è quello realizzato con ingredienti pregiati e magari con ulteriori lavorazioni successive alla cottura, per arricchirlo di vitamine e minerali (anche se questo sovente si traduce in un maggior costo del prodotto).
Ma la qualità è data anche dalla percentuale di residuo che finisce nel filtro. Un buon mangime è quello realizzato anche con un occhio alle effettive capacità di assimilazione delle koi. E' solo deleterio per il filtro, quel mangime realizzato con ingredienti e sostanze che solo in parte vengono assimilati dalle koi.
2. Il limite alla quantità di cibo da somministrare, spesso non è dato dalle koi stesse, bensì dal nostro filtro. Una koi in salute e con sufficiente spazio per nuotare è una macchina mangiatrice!
Abbiamo fatto questo esperimento nel nostro pond principale: siamo arrivati, per gradi, a somministrare il cibo 7 volte al giorno. 2,5kg di mangime di vario tipo, per 40 koi nissai e sansai (dai 30 ai 60cm) in 30.000lt di acqua, ed ogni volta ci vedevamo stupefatti assalire da un'orda di fameliche koi che sembravano a diguno da un mese. Qual'era il limite? il filtro(3.000lt di filtri a camere e beadfilter su due impianti in parallelo!).
In Italia ancora si sottovaluta enormemente la fondamentale importanza del filtro. Si pensa al filtro come ad una cosa che riguarda gli altri e non noi! Si è sovente portati a pensare che sia un capriccio di chi costruisce i pond, quello di togliere spazio all'acqua o al giardino per dedicarlo all'impianto di filtraggio. Si somministrano legumi lessati di vario tipo, gamberetti scongelati, polenta (tutte cose di cui le koi sono per altro ghiottissime) e quant'altro, ignorando però quali effetti questo possa determinare sul filtro. L'acqua di un pond è in continuo decadimento e solo un efficiente impianto di filtraggio può rallentarequesto inevitabile processo.
3. E' necessario monitorare sempre i principali valori dell'acqua: ammonio, nitriti, nitrati e pH. E' soprattutto in funzione di questi che si deve calibrare la quantità di cibo da somministrare.
4. Per quanto riguarda i mesi più freddi, si deve sospendere la somministrazione del cibo solo quando le koi non lo cercano più ed i valori dell'acqua non peggiorano. Con l'approssimarsi dell'inverno il metabolismo delle koi si rallenta e molti dei batteri presenti nel filtro muoiono. Ciò, però, non vuol dire che dobbiamo privare le nostre koi del cibo quando ancora ne hanno bisogno, e che la nostra biomassa non sia più in grado di elaborare ammonio e nitriti. Questo, ovviamente, sarà un cibo altamente digeribile (un wheatgerm); Passeremo dalle 4/5 somministrazioni giornaliere ad una sola al giorno; Diminuiremo le dosi, ma mai sospenderemo l'alimentazione senza un reale motivo apparente. E vero che tutta la letteratura (autorevole) in materia sostiene il contrario, ma si ignora che questa proviene principalmente da Inghilterra, Olanda e Germania. C'è bisogno di dirlo che l'inverno italiano è diverso dal loro?
Ci sono zone nel nostro Paese dove raramente la temperatura dell'acqua scende in inverno sotto i 7-8°C. Per quale motivo sospendere l'alimentazione quando la temperatura scende sotto i 12-15°C, se esistono mangimi invernali che possono essere somministrati fino a 5-6°C?
In conclusione, una buona dieta è fatta di mangimi di diversi tipi e produttori. Non esiste modo migliore per determinare la quantità di cibo da somministrare, se non l'osservazione del vostro ecosistema, sia controllando lo stimolo che i pesci hanno nella ricerca del cibo, sia attraverso il monitoraggio dei principali valori dell'acqua. Fate decidere alle koi quando privarsi del cibo nei mesi più freddi. Aggiungete una chagoi alle vostre koi, essendo le più socevoli, saranno le prime a tuffarsi tra le vostre mani trascinando anche le altre. Se ancora le koi non si cibano direttamente dalle vostre mani, ricordate che lo faranno solo quando non avvertiranno pericolo. Evitate quindi movimenti troppo veloci e smuovete l'acqua con le mani prima di lanciare il cibo. Così facendo assoceranno questo rumore al cibo ed inizieranno ad avvicinarsi. Tenete infine presente che per sentirsi sicure, le koi hanno bisogno di una profondità di almeno 1,5mt. Quindi, se possibile, abituatele ad avvicinarvi in un punto abbastanza profondo